Riflessione d'oltralpe...

venerdì 10 dicembre 2010 - Scritto da Stè alle 10:21
Nella mia terra i panni si stendono alla finestra, e a cena la famiglia si riunisce intorno alla tavola, senza televisione. Nella mia terra le cose che non vanno sono forse di più di quelle che funzionano, le cose brutte di più di quelle belle ed i cattivi sono di più dei buoni. Forse, ma nella mia terra le cose che funzionano sono di più di quelle che non funzionano e sono vanto per tutti di orgoglio e fierezza di appartenenza a questo territorio, ma ci sono anche cose che non funzionano, però i buoni sono in maggioranza rispetto ai cattivi anche se purtroppo si tende solo a pubblicizzare e a mandare in giro come cartolina quello che più fa comodo e quello che vogliamo far vedere in giro. Nella mia terra non esistono fast food ed ogni volta che ci si sta fuori casa, ci si porta dietro da casa contenitori pieni di cibo e panini: scorte alimentari che normalmente basterebbero per giorni anche se si sta fuori solamente mezza giornata, tutto preparato in casa non tanto per risparmiare ma perchè si ha ancora il concetto di sano e genuino. Nella mia terra non ci si vergogna di farsi vedere con i genitori, anzi, si è orgogliosi. Nella mia terra non si usano e-mail ed sms ma si risolve tutto di persona o a voce. Nella mia terra nulla ti è dovuto, niente di spetta di diritto ma tutto va conquistato, ed una volta conquistato devi far vedere che te lo meriti e non fartelo portare via. Nella mia terra le persone non si giudicano e non si condannano ma si capiscono e si aiutano, perchè tutti siamo uguali e tutti abbiamo bisogno di una seconda opportunità.
Io sono Italiano, orgoglioso di essere italiano ed amo la mia Italia. Se c'è qualcosa che non va mi rimbocco le maniche e mi do da fare: non faccio qualcosa solo per stare apposto con la mia coscienza per poter dire poi tranquillamente "Ok, ci ho provato, ora sta ad altri i miei figli non cresceranno qui in questo schifo". Vivrò qui e qui crescerò i miei figli. Non me ne vado dal mio Paese dicendo che non si sta bene per tornare da turista e guardarmi il mare e le belle montagne dando la colpa di quello che succede sulle montagne e sui mari a chi ci vive.
Non voglio essere un turista, non voglio privarmi di tutto ciò per colpa di chi specula e rovina l'immagine di questo Paese.
Se il mondo che ci circonda non ci piace, non ci sta bene o non è come vorremmo, è anche per causa nostra. Non possiamo dire che una cosa non piace, è fatta male e non ci sta bene, punto. Alziamoci, e facciamo qualcosa per migliorare quello abbiamo intorno e la nostra situazione. Che senso ha lamentarci? E' solo tempo perso se si pensa che il tempo che abbiamo buttato a lamentarci l'avremmo potuto usare fare qualcosa per migliorare nel nostro piccolo, quello che ci sta intorno, e magari non ci saremmo lamentati. Il lamento è qualcosa che disonora l'uomo ed inconsciamente per lamentarsi ci si è trovati davanti ad una scelta, ossia: o ci si lamenta, o si fa qualcosa di costruttivo che possa migliorare la propria condizione attuale, e scegliendo la prima, si è naturalmente escluso la seconda.
Non me ne voglio stare con le mani in mano, non giudico, non disprezzo ma ringrazio chi prima di me ha fatto tutto ciò per permettermi di vivere in questo mondo, anche se c'è tanto da lavorare, sono convinto che ognuno facendo la sua parte le cose cambieranno. Non sputo nel piatto dove mangio e sulla terra in cui sono cresciuto e stò crescendo. Chest'è a terra mij.
Non tornerò da turista.


Nino D'Angelo, Maria Nazionale - Jammo ja