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venerdì 1 luglio 2011 - Scritto da Stè alle 01:09
Sono stato bene, come non mi succedeva da mesi.
Uno sguardo: la mente libera da tutto, agile nel pensare ed ancora capace di stare bene. Una sensazione di pace e di beatitudine ha prevalso sugli altri sensi, sulla stanchezza di una giornata pesante come poche, sul sonno, sulle preoccupazioni.
Poche parole semplici e gentili. Qualche sorriso, dolce e sincero. Pochi gesti ma armoniosi e gentili.
Un profumo: un buon profumo di semplicità, di tranquillità, ma soprattutto di serenità.
Uno sguardo dolce e tranquillo, ma un po' imbarazzato. I nostri occhi sembravano conoscersi da sempre ed essersi finalmente ritrovati.
Ci ho sperato fino all'ultimo, ci ho creduto più che mai. 
Il solo pensiero di sapere che tutto ciò possa esistere, mi rassicura e mi fa stare meglio: ora respiro bene ed il battito del mio cuore è più regolare, il mio corpo è pieno di buon umore ed il mio viso al ricordo si riempie di un sincero sorriso.
Che fosse durato un istante o tutta la vita non mi importava, né tanto meno me lo sono chiesto.
Che sia qui o lontano poco importa. C'è, ed è questo quello che conta. Dentro di me nessuna speranza ma una certezza. Non ho fretta.

Fai buon viaggio.


Leah Piken Kolidas - Painting a full pink moon dreamboard



Così...

venerdì 27 maggio 2011 - Scritto da Stè alle 15:20
La vita è così semplice, non c'è niente da capire! E' non capendo questo che la si complica e che ci si lascia scappare la sua bellezza! E' tutto straordinariamente così semplice e bello da rimanere a bocca aperta e con gli occhi spalancati, la vita andrebbe vissuta sempre con gli occhi di un bambino per capirla e comprenderla davvero sempre ed in tutto... E si finisce sempre col rimanere senza parole...

Lecce, 27 maggio 2011


Leonid Afremov - Sea 4


Oggi ho imparato che...

venerdì 13 maggio 2011 - Scritto da Stè alle 00:16
Se fai del bene, riceverai del bene, se fai del male, riceverai altro male. 
Fai del bene e non sarai mai solo, fai del male e ti ritroverai da solo. Fai del bene ed imparerai a vedere con gli occhi della vita e dell'amore. Fai del male e diventerai cieco.



Anonimo - Painting a raimbow




Ultimo capitolo

mercoledì 6 aprile 2011 - Scritto da Stè alle 01:05
Solo il rumore della matita a scorrere  fluida e leggera ma anche dura e frenetica altre ad interrompere il silenzio del vuoto che riempie la mia stanza. La finestra aperta per far passare aria ed umidità che ha reso il foglio di carta pesta. Ormai finalmente è tutto pronto, ce l'ho fatta forse: ho saldato i vecchi conti in sospeso e risanato altre cose..girandomi vedo una strada di tante buche con asfalto nero e ancora caldo di compressore, steso in fretta e furia senza raschiare via il vecchio per far attaccare bene su sullo strato precedente. Quando pioverà sarà come prima, ma io non ci sarò, non sarò qui a vedere. Questo è il ricordo che voglio. Finisco di scrivere che nemmeno mi ritrovo sul mare, non so come ci sono arrivato, non so quando, non so da quanto sono li ma tutto ciò non importa. Sotto di me una striscia di poche decine di centimetri di cemento armato e ferri corrosi dalla salsedine ma che hanno ancora molto da offrire. Sotto, il vuoto: vuoto che si alterna ad onde alte

Decine di metri. È notte ed è buio: chiudere gli occhi o tenerli aperti ha poca importanza. Nonostante il vento fortissimo è impossibile cadere se si è fermi: dall'altra parte a fare da contro peso a bilanciare il tutto le onde che come un muro impediscono di cadere. Nell'ipocrisia ed egoismo del prossimo. Io scelgo di andare a mare, scelgo di decidere io per me guardo il muro, faccio un passo e vado al mare. Diventò mare, ora sono mare. È tutto finito

Freudenstadt-Aschersleben -Norbert Bisky


Intermezzo

domenica 27 marzo 2011 - Scritto da Stè alle 16:34
Guardo l'orologio: sono passate due ore senza che me ne accorgessi, forse sono state le due ore più belle di questi ultimi mesi. Due ore travestite da una manciata di secondi volati via come granelli di sabbia spazzati via dal vento da sopra una pietra liscia e levigata dalla salsedine del mare.
Il tempo si è fermato, mi sono perso osservandoti ed amandoti in una foto scattata da chissà chi, chissà dove. Sorridi. Un sorriso vero, sincero e sereno che ho notato soprattutto nei tuoi occhi. Guardandoti in quel sorriso che ho riconosciuto, ho rivissuto tanti ricordi, sentimenti, tante emozioni ma anche tanti sogni di futuro. Ho vissuto nuovamente, e sono stato bene. Ogni volta che ti penso oltre che un corpo davanti a me vedo un anima, immortale. Ed il nostro amore, che sopravvive a tutto, a noi.
Chissà che un giorno non torni tutto come prima, che si possa ricominciare tutto, ma non proprio come prima: meglio, non ci vedo ricadere negli stessi sbagli e negli stessi errori. La seconda volta è sempre diverso. Lo sogno da mesi, ma non ho fretta: mesi o anni che siano io sono e sarò qui ad aspettare, in fondo siamo giovani, e l'amore non conosce vecchiaia, quello vero.
Ora il profumo del caffè che esce dalla moca ed il suono della radio accesa dalla vicina mi hanno chiesto se volessi un passaggio fino alla realtà: ho rifiutato, ma ho capito che ormai era tempo di andare, e così, girandomi ed iniziando a camminare a passo di riflessione, ho iniziato ad andare.
A tornare.


Julie Bush - Family painting






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La brocca dell'egoismo e della felicità

venerdì 4 febbraio 2011 - Scritto da Stè alle 02:12
Sono in cucina, preparo il pranzo. Nel frattempo apparecchio: tovaglia, tovaglioli, stoviglie e tagliere per il pane. Prendo la brocca dell'acqua, l'appoggio sul fondo del lavandino, sotto il rubinetto per riempirla e riprenderla una volta piena. Apro il rubinetto, inizio a fissare la brocca e l'acqua che scorre. Mi sono incantato osservandola mentre si riempie. L'acqua scorre forte. Inizio a pensare, abbasso la pressione dell'acqua così da farla riempire più lentamente per godermi fino in fondo quell'attimo, e per poter assaporare meglio quello che stavo pensando.
Una brocca vuota non serve a nessuno, ma la stessa brocca piena, può essere però utile a molti. Una brocca vuota non può pensare di essere utile a qualcun'altro se non pensa prima a se stessa, solo dopo che si è riempita e sarà traboccante di egoismo, allora sarà pronta per essere utile a qualcun'altro. Una persona può veramente altruista solo se è egoista. Penso alle religioni che con le loro morali che ci hanno insegnato, bandiscono questo comportamento perchè "bisogna pensare all'altro", al prossimo, agli altri. Tutto ciò è assurdo e ridicolo perchè così non importa il come si aiuta, ma il bisogno d'aiutare e basta. Non importa se stiamo aiutando nel modo giusto o sbagliato: l'importante è aiutare. Bisogna aiutare il prossimo affinchè questo sia in grado di aiutare altre persone. Se ognuno aiutasse se stesso invece di avere la presunzione di aiutare gli altri, non sarebbe tutto molto più semplice invece di rendere le cose inutilmente più complicate? Come facciamo ad aiutare qualcun'altro se non siamo nemmeno in grado di aiutare noi stessi? Come possiamo pretendere di amare e prendersi cura di una persona se non sappiamo amare e prenderci cura nemmeno di noi stessi? Come possiamo pretendere di stare bene con una persona e che lei stia bene con noi quando neanche noi riusciamo a stare bene con noi stessi? Mi guardo in torno e vedo gente infelice che aiuta altra gente infelice, ciechi che guidano altri ciechi. Ecco qual'è il risultato.
All'improvviso come se la luce del sole mi chiamasse, mi giro e guardo fuori dalla finestra: non faccio a tempo ad arrivare all'azzurro del cielo che la mia attenzione viene rapita da un albero che come una pennellata di colore, unisce il marrone della terra all'azzurro del cielo con il suo verde e giallo dei suoi frutti.
E' proprio nella perfezione della natura e nella "giustizia" e nelle sue leggi che possiamo vedere come l'egoismo trova la sua massima espressione: ogni albero è egoista, porta acqua alle sue radici, linfa alle sue foglie, ai suoi fiori, ai suoi frutti. Quando fiorisce, diffonde il suo profumo per chiunque, amici, estranei, chi conosce e chi no. Quando è carico di frutti da quei frutti a chiunque. 
Se la natura insegnasse agli alberi ad essere altruisti, morirebbero, come stà morendo l'intera umanità.
La brocca ora è piena, e senza che me ne sono accorto, l'acqua trabocca e mentre altra acqua continua ad entrare, altra acqua esce scorrendo lungo i suoi fianchi: ora è pronta per essere portata a tavola. Ora la brocca è piena, è a tavola: ho le mani bagnate, la brocca è bagnata, anche la tovaglia è bagnata. 
Solo quando sei in uno stato di gioia traboccante allora la puoi condividere. Solo con un atto di egoismo si può essere sanamente e veramente altruisti, perchè l'altruismo non è altro che l'apice dell'egoismo.
Solo se sei egoista arriva il momento di dare e di condividere. 
Io sono una brocca, tu sei una brocca, lei è una brocca. Noi tutti siamo delle brocche da riempire. 
Dovremmo avere tutti un po' meno presunzione di essere acqua, ed imparare ad essere alberi.

Mi è tornata in mente la scena del mercato, dal film "Il favoloso mondo di Amelie", uno dei miei film preferiti...




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Pensieri che vanno, pensieri che tornano...

sabato 8 gennaio 2011 - Scritto da Stè alle 00:35
Affannato, stanco e stremato come al termine di un'estenuante ed infinita corsa apparentemente verso il nulla, talmente lunga da dimenticarsi quando e da dove si è partiti, ma soprattutto il perchè e da chi si sta fuggendo, o magari semplicemente chi o cosa si sta inseguendo.
All'improvviso, ad interrompere il frenetico moto perpetuo delle bielle, un tonfo: il sapore di sabbia in bocca, schizzi di fango sul viso e gelide gocce di pioggia che sembrano da sempre cadere sopra la testa. Sensazioni che mi hanno fatto svegliare, che mi hanno fatto pensare, ricordare, e che senza perdere un istante, hanno rimesso in moto le mie gambe, per scappare con addosso dei vestiti zuppi di paura. Dei flash che durano pochi istanti, ma non troppo pochi per ricordare ciò da cui stò scappando.
Scappo, scappo da me, da un confronto che mi ha scosso. Il flash della mia immagine riflessa allo specchio, di un duro confronto con quello che non voglio guardare ed accettare: un'immagine vuota e spenta che in cui ho paura di riflettermi e di riconoscermi.
Molte volte mi sono trovato a cercare negli occhi degli altri quello che non trovo più dentro di me e che no smesso di cercare nei miei.
E' strano, ma se non fingessi, se fossi davvero io per come sono adesso, chissà se qualcuno si curasse davvero di me, se qualcuno mi vorrebbe bene per quello che sono davvero, ora.
Adesso è tardi, bisogna andare a letto, perchè domani bisognerà continuare a raccontare barzellette e a dare la possibilità alla gente di infilare la mano nella scatola della felicità e di tirar fuori un biglietto vincente, o di dar l'illusione di una falsa vincita.


Francesco Guardi - The storm