Guardo l'orologio: sono passate due ore senza che me ne accorgessi, forse sono state le due ore più belle di questi ultimi mesi. Due ore travestite da una manciata di secondi volati via come granelli di sabbia spazzati via dal vento da sopra una pietra liscia e levigata dalla salsedine del mare.
Il tempo si è fermato, mi sono perso osservandoti ed amandoti in una foto scattata da chissà chi, chissà dove. Sorridi. Un sorriso vero, sincero e sereno che ho notato soprattutto nei tuoi occhi. Guardandoti in quel sorriso che ho riconosciuto, ho rivissuto tanti ricordi, sentimenti, tante emozioni ma anche tanti sogni di futuro. Ho vissuto nuovamente, e sono stato bene. Ogni volta che ti penso oltre che un corpo davanti a me vedo un anima, immortale. Ed il nostro amore, che sopravvive a tutto, a noi.
Chissà che un giorno non torni tutto come prima, che si possa ricominciare tutto, ma non proprio come prima: meglio, non ci vedo ricadere negli stessi sbagli e negli stessi errori. La seconda volta è sempre diverso. Lo sogno da mesi, ma non ho fretta: mesi o anni che siano io sono e sarò qui ad aspettare, in fondo siamo giovani, e l'amore non conosce vecchiaia, quello vero.
Ora il profumo del caffè che esce dalla moca ed il suono della radio accesa dalla vicina mi hanno chiesto se volessi un passaggio fino alla realtà: ho rifiutato, ma ho capito che ormai era tempo di andare, e così, girandomi ed iniziando a camminare a passo di riflessione, ho iniziato ad andare.
A tornare.
A tornare.
Julie Bush - Family painting
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