Affannato, stanco e stremato come al termine di un'estenuante ed infinita corsa apparentemente verso il nulla, talmente lunga da dimenticarsi quando e da dove si è partiti, ma soprattutto il perchè e da chi si sta fuggendo, o magari semplicemente chi o cosa si sta inseguendo.
All'improvviso, ad interrompere il frenetico moto perpetuo delle bielle, un tonfo: il sapore di sabbia in bocca, schizzi di fango sul viso e gelide gocce di pioggia che sembrano da sempre cadere sopra la testa. Sensazioni che mi hanno fatto svegliare, che mi hanno fatto pensare, ricordare, e che senza perdere un istante, hanno rimesso in moto le mie gambe, per scappare con addosso dei vestiti zuppi di paura. Dei flash che durano pochi istanti, ma non troppo pochi per ricordare ciò da cui stò scappando.
Scappo, scappo da me, da un confronto che mi ha scosso. Il flash della mia immagine riflessa allo specchio, di un duro confronto con quello che non voglio guardare ed accettare: un'immagine vuota e spenta che in cui ho paura di riflettermi e di riconoscermi.
Molte volte mi sono trovato a cercare negli occhi degli altri quello che non trovo più dentro di me e che no smesso di cercare nei miei.
E' strano, ma se non fingessi, se fossi davvero io per come sono adesso, chissà se qualcuno si curasse davvero di me, se qualcuno mi vorrebbe bene per quello che sono davvero, ora.
Adesso è tardi, bisogna andare a letto, perchè domani bisognerà continuare a raccontare barzellette e a dare la possibilità alla gente di infilare la mano nella scatola della felicità e di tirar fuori un biglietto vincente, o di dar l'illusione di una falsa vincita.
Francesco Guardi - The storm