Il processo

martedì 21 dicembre 2010 - Scritto da Stè alle 01:04
Fai uso di droghe: sei un drogato. Vieni guardato, esaminato, giudicato e quindi classificato; emarginato, isolato e quindi "ghettizzato".  Bevi: sei un alcolizzato. Stesso processo, stessa fine. 
Sei diventato un scarto, uno rifiuto della società, un qualcosa che la società e gli altri rigettano perchè diverso dai canoni e dagli ideali che sono stati imposti, forse malamente da piccoli o predicati da guide spirituali con la fretta di creare un qualcosa di relativamente perfetto, eliminando l'imperfetto anziché cercando di correggerlo e riportarlo sulla presunta retta via.
Gli amici e le persone che ti stimavano ti guardano ora con disprezzo, diffidenza ed indifferenza. 
Qualcuno che ha dei problemi di qualsiasi tipo, è in genere definito un debole, ossia un essere imperfetto, impuro, non adatto alla vita nella società e quindi qualcuno da emarginare per paura che la sua malattia contagi la parte buona e la parte sana di loro.
Qualcuno che non riesce a fingere quando esce a comprare il pane o a fare la spesa, qualcuno che non riesce a tenersi dentro e a nascondere i propri problemi ed il proprio malessere è un debole, un debole che non riesce a mettersi una maschera: una maschera che nonostante i tentativi cade dal viso perchè troppo grande. Una maschera per recitare la propria parte nella perfetta recita della società, dove ognuno recita il suo perfetto copione attentamente studiato dove nulla è lasciato all'improvvisazione o all'istinto. Una recita in diretta: una sola rappresentazione senza repliche. Non ci possono essere sbagli: chi si scorda di mettere la maschera o sbaglia le battute, viene buttato fuori, emarginato e guardato con schifo e ripudio dagli altri commedianti per aver rovinato il loro lavoro.
E grazie a questa mediocre compagnia di teatro, grazie a questa società che ci saranno sempre più problemi e sempre più persone con problemi che saranno sempre più emarginate ed i loro problemi gli saranno fatti pesare ancora più e ancora più grandi, pagando anche per ciò che non si è fatto. Il malessere aumenta. Ci si sente sempre più a disagio, sempre più inadeguati e sempre più di peso a tutto ciò.
Non bisognerebbe giudicare mai nessuno, mai. Nemmeno quando si pensa di conoscere totalmente ogni aspetto di una persona, il solo pensiero del giudizio dovrebbe sfiorarci.  Bisognerebbe capire, sforzarsi di capire ed andare oltre "la dose" o la bottiglia, vedere e capire cosa c'è dietro, cosa c'è alla base e cos'è che ha potuto far scaturire tutto ciò; mai immedesimarsi perchè ognuno è forte o fragile in modo diverso dal prossimo e qualunque stessa situazione affrontata da due persone è indiscutibile che venga vissuta in modo differente. Bisogna capire ciò che porta una persona comportarsi in questo modo. Altrimenti più facilmente possiamo voltare lo sguardo altrove e fingere di non vedere certe cose, e andare avanti. Ma sappiate allora che dietro quella sofferenza, c'è anche la vostra mano. 
Il debole sei tu che ti giri.  Se si decide di non voltarci e di distogliere lo sguardo, c'è bisogno di capire e capire e ce la sentiamo di aiutare ed accogliere questa richiesta di aiuto, ma nella consapevolezza che una volta iniziato questo cammino non è un gioco e non si può dire basta da un momento all'altro abbandonando tutto finendo col peggiorare le cose ancora di più.
Capite, ed aiutate più che potete, soprattutto se è una persona a voi cara. Prima che sia troppo tardi.
Ora butto il copione, ringrazio e chiudo gli occhi. Me ne vado dal palco. Per me la recita finisce qui.


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