Solo il rumore della matita a scorrere fluida e leggera ma anche dura e frenetica altre ad interrompere il silenzio del vuoto che riempie la mia stanza. La finestra aperta per far passare aria ed umidità che ha reso il foglio di carta pesta. Ormai finalmente è tutto pronto, ce l'ho fatta forse: ho saldato i vecchi conti in sospeso e risanato altre cose..girandomi vedo una strada di tante buche con asfalto nero e ancora caldo di compressore, steso in fretta e furia senza raschiare via il vecchio per far attaccare bene su sullo strato precedente. Quando pioverà sarà come prima, ma io non ci sarò, non sarò qui a vedere. Questo è il ricordo che voglio. Finisco di scrivere che nemmeno mi ritrovo sul mare, non so come ci sono arrivato, non so quando, non so da quanto sono li ma tutto ciò non importa. Sotto di me una striscia di poche decine di centimetri di cemento armato e ferri corrosi dalla salsedine ma che hanno ancora molto da offrire. Sotto, il vuoto: vuoto che si alterna ad onde alte
Decine di metri. È notte ed è buio: chiudere gli occhi o tenerli aperti ha poca importanza. Nonostante il vento fortissimo è impossibile cadere se si è fermi: dall'altra parte a fare da contro peso a bilanciare il tutto le onde che come un muro impediscono di cadere. Nell'ipocrisia ed egoismo del prossimo. Io scelgo di andare a mare, scelgo di decidere io per me guardo il muro, faccio un passo e vado al mare. Diventò mare, ora sono mare. È tutto finito
Freudenstadt-Aschersleben -Norbert Bisky
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