Scene quotidiane...

mercoledì 24 novembre 2010 - Scritto da Stè alle 16:11
Quando con i ricordi del passato si costruisce un mondo nuovo nel presente, esso è totalmente staccato e diverso da quello che è la realtà. I ricordi ci aiutano a sopportare il dolore per le persone che abbiamo perso, coprendo il dolore con un leggero e delicato velo di felicità, un velo spesso e caldo da al punto da coprire il tutto se lo si vede da lontano, ma allo stesso tempo troppo leggero e appena accennato che lascia intravedere la sofferenza che c'è sotto guardando da un po' più vicino.
Sento il telefono, un messaggio ricevuto: "Girati": sei qui con me, sei tornata. Mi giro per posare il telefono ed abbracciarti ma non ci sei più. Prendo il telefono: è spento. Lo accendo: non c'è nessun messaggio.
Sento freddo.

Richard Klingbeil - Behind the veil

Un consiglio...

lunedì 22 novembre 2010 - Scritto da Stè alle 15:31
Quando avete qualche dubbio sul da farsi, quando c'è qualche indecisione o qualcosa che invece di unirvi ad una persona molto cara cerca di dividervi, quando c'è qualcosa che oscura il sole, andate sempre oltre le nuvole... Lasciate perdere la circostanza, guardate semplicemente nei vostri cuori e fate quello che vi rende felici... Senza frenarvi, senza trattenervi, senza pensare se è giusto o sbagliato. L'amore non conosce rabbia, rancore. Se siete felici, non può essere sbagliato: perciò siate felici, guardate nei vostri cuori e fate ciò che vi fa stare bene...


Leonid Afremov - Sunny October


Il ruolo

lunedì 15 novembre 2010 - Scritto da Stè alle 11:41
E' morto un operaio. E' morto un benziaio. Un giornalista è stato ucciso. Un giovane operaio è rimasto coinvolto in un incidente stradale. Oggi, il più delle volte che ci succede qualcosa, veniamo privati del nostro nome in funzione del ruolo che ricopriamo nella società, il più delle volte perdiamo il nostro nome, perdiamo la nostra identità. Nella società di oggi conta più quello che facciamo ed il posto che ricopriamo piuttosto che chi siamo veramente, o il nostro nome.

René Magritte - Les Amantes, 1928

Il nonquadro

sabato 13 novembre 2010 - Scritto da Stè alle 12:03
Ho sempre cercato l'essenziale per la mia serenità e la mia felicità, l'essenziale che ora non c'è più. Il contorno si è sempre adattato. Ora la cornice è piacevole, ma non seza quadro: non mi convince. Forse è sbagliato, ma è giusto così. Se non hai un quadro ma solo una cornice, fai in modo che l'attenzione sia spostata dal quadro e quindi spostata da quello che dovrebbe essere il vero centro d'attenzione ad una cosa complementare che non centra quasi nulla. Ingannando e sorridendo. Facendo finta di avere un gran quadro di cui essere orgogliosi, e di essere felci per questo. Mandati via gli ospiti rimango solo con la mia cornice. La guardo cercandomi di ingannare come inganno gli altri. Non ci riesco. 

Shanti Marie - Solitude